Ci ho pensato un bel po’ – dieci ore più o meno – sull’opportunità di scrivere questo post.
Non vorrei offendere nessuno, e so che potrei scrivendo quello che penso. Ma ho ancora le mani che prudono da ieri sera, e quindi meglio sfogarsi qui.
Dicevo: 10 ore e una lunga telefonata di lamentela con un’amica anche lei madre coraggio di una quasi coetanea della Gnoma. Una telefonata che mi ha fatto capire che a)sono normale b)sono stata brava c)ho almeno il diritto di sfogarmi.
Dicevo: cena di famiglia, ieri sera, con la Gnoma che se la sono passata manco fosse un pacco postale. Al grido di “ma a me non me lo fai un sorriso?” è stata sollevata, girata, rigirata, cullata, dondolata. Ogni pizzico di zanzara sulla sua pelle è stato esaminato. “Ma perché non le metti lo spray?” “Perché fa male” “Ma c’è quello adatto ai bambini!” “eh, peccato che ci sia scritto non adatto sotto i 3 anni”
E l’acqua? No, niente acqua. Tra quanto mangia? Quando vuole lei. Ah, ma ai miei tempi…(completate voi: si dava l’acqua/la camomilla/la tisana/il ciuccio; a 3 mesi si distanziavano le poppate – che poi per inciso la Gnoma se le distanzia da sola le poppate, dorme tutta la notte da quando aveva un giorno di vita, e se ogni tanto non “tiene” le 3 ore e mezza beh, credo che ci possa stare)
I concetti di allattamento esclusivo a richiesta mi sa che non sono brava io a comunicarli
Io, per non venire fuori come un’anti-progresso che fa divorare la pupa dalle zanzare, le nega l’acqua per crudeltà e la cresce senza orari e senza ciuccio, l’ho affidata al padre e sono scappata a chiacchierare con Miacognata all’altro capo del giardino.
Dopo un’ora nemmeno Matilde frignava. E io ho provato a metterla un po’ a nanna ma niente. Anche perché non è facile calmare una neonata piagnucolante con tante facce diverse che si affacciano sulla carrozzina a fare vocette chiedendo poverina che cos’ha (e che alla risposta “è un po’ stranita, troppa agitazione stasera” ti dicono pure “eh, sì poverina” -ancora! e certo, perché sono stata io a sballottarla per un’ora, no?)
Ho chiesto aiuto al padre che l’ha prontamente sbolognata alla nonna, che ovviamente l’ha fatta addormentare in braccio tra grida di stupore per la magia. Peccato che la Gnoma in condizioni normali si addormenti nel suo lettino senza fiatare. E che solo in certi casi faccia “i capricci” per dormire in braccio.
***
Mi sono sentita tanto male ieri sera, ma non si è visto. Sono felice che non si sia visto. Ma a fine serata ho voluto tenermi addosso per un po’ la Gnoma addormentata, un piacere che tanto spesso mi nego perché io sono quella che deve fare le cose per bene. Perché per la vita mia e la sua il regalo più bello che posso farle è l’autonomia – sì, anche a tre mesi. La sicurezza di sapere che la mamma c’è, è pronta a correre in aiuto, ma che del mondo intorno non bisogna avere paura. E ho capito che sono molto più chioccia di quanto non voglia pensare. O forse più animale. Tanto più animale. La Gnoma è mia, e la prossima volta la porto nella fascia, così per prenderla prima dovete mettere le mani addosso a me. Tiè.